Tesi di laurea

Una tesi di laurea consiste nell’argomentare il percorso che conduce da una serie di domande di ricerca/ipotesi di partenza, a una serie di affermazioni/conclusioni di arrivo.

Prima di scrivere il progetto di tesi bisognerà valutare attentamente la congruenza tra la propria idea di ricerca e le risorse di cui si dispone (in termini di competenze, materiali e tempi di lavoro).

È CALDAMENTE RACCOMANDATA la lettura preliminare del libro di U. Eco “Come si fa una tesi di laurea” (disponibile in biblioteca o qui in pdf). Anche se il libro è stato scritto prima dell’avvento di internet, rappresenta di gran lunga il miglior testo sull’argomento. In alternativa, è possibile frequentare workshop di scrittura accademica che verranno offerti dal dipartimento di Scienze Politiche.

1. CHIEDERE L’ASSEGNAZIONE DELLA TESI

Bisogna presentare al docente un abstract preliminare di tesi, ovvero una breve sintesi dell’argomento (max 2 cartelle) che si intende trattare, completo di titolo, bibliografia e indice ipotetico. Il progetto deve avere un’attinenza sostanziale con l’ambito disciplinare della Cattedra. Non verranno accettate proposte di tesi il cui argomento risulterà essere centrato sulle specificità di altri insegnamenti.

Sulla base di questo documento si verificherà l’interesse (affinità delle tematiche) e la possibilità oggettiva (tempi, sovraccarico rispetto alle sessioni, etc.) della Cattedra a seguire il lavoro.

Modulo di richiesta della tesi da inviare al docente via email: Modello richiesta tesi

Tipi di tesi:

  1. Rassegne: si concentrano su un tema o uno specifico autore ricostruendo l’analisi che ne viene fatta nella letteratura scientifica.
  2. Ricerche sul campo: sono orientate a testare una ipotesi di lavoro attraverso una ricerca empirica (osservazione partecipante, interviste, etc.).

Sulla base di questo documento si verificherà l’interesse (affinità delle tematiche) e la possibilità oggettiva (tempi, sovraccarico rispetto alle sessioni, etc.) della Cattedra a seguire il lavoro.

 

2. INIZIARE A LAVORARE DOPO L’ASSEGNAZIONE DELLA TESI

Bisogna presentare al docente la bozza di indice ragionato del lavoro e i riferimenti bibliografici sul tema. Questi 2 file, in seguito, dovranno viaggiare sempre insieme ai paragrafi/capitoli sottoposti a correzione.

  1. La bozza di indice: in fase di progetto, l’indice è naturalmente da considerarsi provvisorio e serve a illustrare i punti cardine dell’argomentazione. Tuttavia, è indispensabile che esso sia articolato in capitoli e, all’interno di questi, siano delineati i paragrafi essenziali. Si tratta, in questa fase, di un indice “ragionato” nel quale bisogna rispondere alla domanda “cosa inserisco in questo paragrafo, come si collega al successivo, quali sono gli autori di riferimento?”.
    Come si costruisce l’indice?
    – numero del capitolo
    – titolo del capitolo
    – breve abstract del capitolo (risponde alla domanda: cosa scriverò qui?)
    – numero del paragrafo
    – titolo del paragrafo
    – breve abstract del paragrafo
    – libri/autori di riferimento per ogni paragrafo/capitolo.
  2. I riferimenti bibliografici: bibliografia e sitografia (composte sia da fonti già consultate, sia da fonti che ci si propone di consultare) devono essere organizzate parallelamente all’indice. In un progetto ben realizzato, sarà evidente la coerenza tra l’indice e il materiale di riferimento che serve a illustrare i fodamenti teorici dell’argomentazione.
    a. Quali sono i riferimenti biliografici?
    – libri;
    – articoli di riviste, online e cartacee;
    – letteratura grigia (documenti prodotti da organizzazioni);
    – draft di articoli scientifici reperibili online.
    b. Come individuo i riferimenti bibliografici che mi potrebbero interessare?
    – bibliografie di altri libri;
    – in internet, cfr. risorse in rete;
    c. Come trovo i riferimenti biliografici che ho individuato?
    – biblioteche;
    – prestito interbibliotecario;
    – librerie online (es. Amazon, Ibs; etc.);
    – librerie tradizionali;
    – sistema bibliotecario di Ateneo (download solo dalla rete d’Ateneo).
    d. Come utilizzo i materiali che ho reperito?
    Bisogna schedare i materiali acquisendo le seguenti informazioni:
    – quali sono gli obiettivi del lavoro;
    – quali metodologie vengono utilizzate;
    – quali sono i principali risultati;
    – qual è lo stato dell’arte sull’argomento;
    – quali testi vengono considerati centrali per l’argomentazione;
    – quali sono gli aspetti poco chiari o controversi;

N.B. È chiaro che per scrivere l’indice e il progetto di tesi bisogna necessariamente aver già studiato i documenti fondamentali individuati nella bibliografia.

Una volta definito l’indice e verificati i riferimenti bibliografici con il docente si può iniziare il vero e proprio lavoro di scrittura della tesi.

 

3. L’ARTICOLAZIONE DELLA TESI

La tesi deve contenere le seguenti sezioni:

  • indice (con indicazione di capitoli e paragrafi);
  • introduzione (generalmente si scrive alla fine del lavoro);
  • uno o due capitoli introduttivi, a loro volta suddivisi in paragrafi ed, eventualmente, sottoparagrafi;
  • uno o due capitoli centrali, a loro volta suddivisi in paragrafi ed, eventualmente, sottoparagrafi;
  • riflessioni conclusive;
  • riferimenti bibliografici.

Quando la tesi è terminata si aggiunge prima dell’indice una pagina con il frontespizio della tesi (es. frontespizio).

Nonostante non sia possibile valutare le tesi “a peso” è possibile far riferimento alle seguenti indicazioni sulla lunghezza del lavoro:

  • Per le tesi di primo livello: minimo 40 pagine
  • Per le tesi di secondo livello: minimo 100 pagine

Invece, non esiste una tempistica standard: tutto dipende dall’impegno del candidato nel portare avanti il proprio lavoro.

Bisogna inoltre rispettare le seguenti regole:

  • Al docente vanno sempre consegnati documenti completi. Evitare l’invio di “parti” di paragrafi incomplete, non adeguatamente rilette (perciò ricche di errori sintattico-grammaticali), prive di fonti, etc.
  • Insieme alle “parti” di tesi è obbligatorio allegare sempre l’indice e la bibliografia aggiornati.
  • Quando il lavoro è terminato è necessario inviare la tesi completa in formato elettronico per permetterne una più facile archiviazione.

4. LA FORMATTAZIONE DEL TESTO

  • corpo del testo: 11 pt (utilizzare preferibilmente font “classici” e “leggibili”), giustificato, interlinea: 1,5;
  • titolo capitolo: 12 pt, grassetto, centrato;
  • titolo paragrafo: 11 pt, grassetto, allineato a sinistra;
  • titolo sotto-paragrafo: 11 pt, corsivo, allineato a sinistra;
  • note: 10 pt, giustificato, interlinea singola;
  • margini: 3 cm per lato;
  • numeri di pagina: 10 pt, centrato;
  • rilegatura: in cartoncino, con stampa del frontespizio in copertina (possibilmente anche sul dorso).

5. LE CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE
Usare il sistema Chicago B (autore-data). Con questo sistema le note a piè pagina servono solo a dare informazioni aggiuntive/approfondimenti rispetto al testo. La numerazione delle note ricomincia a ogni capitolo.

Le indicazioni che seguono sono da considerarsi indicative ed esemplificative dello stile “autore-data”, che può variare a seconda della casa editrice delle pubblicazioni. In ogni caso, dato il principio generale, la regola è di utilizzare sempre lo stesso metodo per indicare lo stesso oggetto. Se, ad esempio, non uso la “p.” prima del numero di pagina, non dovrò usarla in nessuna parte del documento. Idem, se uso i due punti come separatori, invece della “p.” (lo stesso principio vale anche per i riferimenti bibliografici).

  • Se si cita “parola per parola” un altro autore, il testo deve essere racchiuso tra virgolette caporali («», si trovano in inserisci simbolo) bisogna indicare l’anno e la pagina del testo di riferimento

es. Le innovazioni tecnologiche hanno influito decisamente sui «modi in cui si sviluppano le relazioni sociali, politiche ed economiche» (Wajcman 2002, p. 360).

  • Se la citazione testuale è lunga oltre due-tre righe è opportuno separarla dal corpo del testo con una riga vuota (prima e dopo), usare un carattere più piccolo (10 pt) e far rientrare di 1 cm il margine sinistro. Quando si omettono parti della citazione si inseriscono le parentesi quadre con tre puntini […]. In questo caso non è necessario usare le virgolette.

es. Emerge quella che Castells (2002, ed. or. 1996) definisce “società informazionale”, ovvero

[…] una specifica forma di riorganizzazione sociale in cui lo sviluppo, l’elaborazione e la trasmissione delle informazioni diventano fonti basilari di produttività e potere grazie a nuove condizioni tecnologiche emerse in questo periodo storico […] (p. 21).

In un contesto in cui l’innegabile aumento di informazioni caratterizza le organizzazioni etc., etc.

  • Se, invece, si riassume il pensiero/posizione di un autore

es. Secondo Warschauer (2003), invece, l’etichetta che meglio definisce l’insieme delle abilità richieste per partecipare al mondo digitale è “elettronic literacy”.

Un consiglio: visto che gli esempi sarebbero moltissimi può essere utile servirsi di uno dei vostri libri di testo che usa il sistema autore-data come esempio.

6. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 

  • La bibliografia finale deve essere in ordine alfabetico secondo il cognome dell’autore.
  • Se un autore compare in più testi, le opere vanno elencate in ordine cronologico di pubblicazione.
  • Se nello stesso anno vi sono più opere dello stesso autore, per distinguerle, bisogna inserire una lettera dell’alfabeto minuscola (a, b, etc.) dopo la data di edizione.
  • Può essere molto utile imparare a utilizzare un sistema automatico per la gestione della bibliografia. Tra i più completi e semplici Mendeley.

Alcuni esempi:

  • Libro italiano
    Bracciale R. (2010), Donne nella reteDisuguaglianze digitali di genere, FrancoAngeli, Milano.
  • Libro in altra lingua tradotto in italiano
    Castells M. (2009), Communication Power, Oxford University Press, London-New York (trad. it: Comunicazione e potere, Egea, Milano, 2009).
  • Libro in altra lingua
    Warschauer M. (2003), Technology and Social Inclusion: Rethinking the Digital Divide, Mit Press, Cambrige.
  • Articolo in rivista
    Coleman S., Taylor J., Van de Donk W. (1999), Parliament in the age of the Internet, «Parliamentary Affairs», 52, 3, pp. 365-370.
  • Articolo in rivista online
    Hargittai E. (2002), Second-Level Digital Divide: Differences in People’s Online Skills, «First Monday», 7, 4, testo disponibile all’Url: <http://firstmonday.org/htbin/cgiwrap/bin/ojs/index.php/fm/article/view/942/864&gt;.
  • Saggio in volume collettaneo italiano
    Bracciale R. (2012), “Il Parlamento italiano alla prova del web: alla ricerca delle affinità elettive”, in Bentivegna S. (a cura di), Parlamento 2.0. Strategie di comunicazione politica in internet, FrancoAngeli, Milano.
  • Saggio in volume colletaneo straniero tradotto
    Lash S. (1994), Reflexity and its Doubles: Structures, Aesthetics, Community, in Beck U., Giddens A., Lash S., eds., Reflexive Modernization: Politics, Tradition and Aestetics in the Modern Social Order, Cambridge, Polity Press (trad. it.: La riflessività e i suoi doppi: struttura, estetica, comunità, in Beck U., Giddens A., Lash S., a cura di, Modernizzazione riflessiva. Politica, tradizione ed estetica nell’ordine sociale della modernità, Asterios, Trieste, 1999, pp. 161-227).
  • Saggio in volume collettaneo straniero
    Anderson B., Tracey K. (2002), The Impact (or Otherwise) of the Internet on Everyday British Life”, in Wellman B., Haythornthwaite C. (eds.), The Internet in Everyday Life, Blackwell Publishing, Malden (MA), pp. 139-63.
  • Letteratura grigia e report di ricerca
    Istat (Istituto nazionale di statistica) (2010a), Rapporto annuale. La situazione del Paese nel 2009, testo disponibile all’Url: http://www.istat.it/dati/catalogo/20100526_00/Avvio2009.pdf.Leston-Bandeira C., Ward S., eds., (2008), Parliaments in the Digital Age, Oxford Internet Institute, Forum Discussion Report 13, January 2008, testo disponibile all’URL: http://www.oii.ox.ac.uk/research/publications/FD13.pdf.Madden M., Fox S. (2006), Riding the Waves of «Web 2.0». More than a buzzword, but still not easily defined, Pew Internet Project, Washington, D.C., testo disponibile all’Url: http://pewresearch.org/pubs/71/riding-the-waves-of-web-20.

7. SULLO STILE DI SCRITTURA

  1. Utilizzare la forma impersonale.
  2. Rileggere il testo stampato su carta e non solo a video.
  3. Attenzione alla d eufonica.
  4. Dopo i titoli non va il punto.
  5. Ogni fonte utilizzata DEVE essere citata.
  6. L’elaborato non è un riassunto dei libri letti! Rappresenta, appunto, una elaborazione personale di quanto studiato.
  7. Attenzione agli errori grammaticali, ortografici e ai refusi! Alcuni suggerimenti per rinfrescarsi la memoria su come “parlare e scrivere in italiano”:

8. LA SEDUTA DI LAUREA

Durante la seduta di laurea il candidato deve illustrare alla commissione i punti salienti del suo lavoro. Per alcuni corsi di laurea è consuetudine presentare anche slide di supporto alla discussione. Tale necessità sarà concordata con il docente prima della seduta.

 

9. ARGOMENTI PER TESI DI LAUREA

Come annunciato in precedenza, non è possibile scrivere una tesi di laurea che non rientrino negli argomenti di competenza del docente o del corso in sociologia dei processi culturali e comunicativi. Qui una lista indicativa degli argomenti possibili:

Autori:
Benjamin, Simmel, Bataille, Bourdieu, Habermas, Adorno, Horkheimer, Tarde, Foucault. Elias, College de Sociologie, Scuola di Francoforte.
Temi:
Estetica e teoria sociale
Metropoli
Folla e vita moderna
Esperienza della modernità/postmodernità
Sociologia degli oggetti
Sociologia dello sport
Sociologia della violenza
Sociologia del gioco
Sociologia del consumo
Sociologia visuale
Etnografia urbana e digitale
Culture digitali
Industria culturale
Serie televisive

N.B. FINALE: Il rispetto delle regole esposte è tassativo! Gli studenti verrano seguiti secondo disponibilità del docente

 

 

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