Nel 1896 Georg Simmel pubblica sulla rivista Die Zukunft, influente settimanale politico e letterario diretto dal giornalista, attore e intellettuale radicale Maximilian Harder, il saggio Estetica sociologica. Simmel che aveva una notevole dimestichezza con diverse discipline come la filosofia, la storia dell’arte, la psicologia, la storia, l’economia e la sociologia, introdusse nel dibattito dei Gründerjahre (gli anni della fondazione) in Germania un ardito e originale accostamento tra due campi del sapere – fino ad allora sicuramente poco comunicanti – che aveva come mezzo la forma letteraria del saggio e come fine la creazione di uno spazio sperimentale in cui i differenti stili di pensiero e di ricerca potessero fruttuosamente incontrarsi. Anche se il termine – insieme un neologismo e per molti aspetti un ossimoro concettuale – non compare più nell’opus magnum (la Filosofia del denaro, 1900) né nella sua “grande” Soziologie del 1908, nell’attività saggistica di Simmel è chiaramente possibile riconoscere una vera e propria estetica sociologica della modernità che si concentra su di uno specifico “punto di indifferenza” tra arte e sfera delle interazioni sociali, con lo scopo di mostrare la “reciprocità” (Wechselwirkung) tra i due ambiti.
È possibile pertanto sostenere che il saggio di Simmel rappresenti un vero e proprio “manifesto” che esprime in maniera pionieristica una sensibilità che ritroveremo in autori e ricerche – talora anche molto differenti e tuttavia accomunate da una “somiglianza di famiglia” – dal novecento ai giorni nostri: dagli studi su L’ornamento della massa di Siegfried Kracauer, ai Passages di Parigi di Walter Benjamin, alle fisionomiche musicali di Adorno, alla Distinzione di Pierre Bourdieu, a Le Partage du sensible di Jacques Rancière, fino agli interventi più recenti di John Levi Martin e Helmut Staubmann. Un manifesto “non fondativo” – a differenza di molti manifesti politici o artistici della modernità – che non intende proporre una nuova teoria sociologica o un nuovo modo di fare ricerca sociale, ma che può contribuire a rivedere e arricchire la teoria e la ricerca sociale esistenti dalla prospettiva che Simmel ha pioneristicamente chiamato “estetica sociologica”.
L’estetica sociologica rappresenta, più che una disciplina, un indirizzo di ricerca. Facendo leva, sulla scia di Simmel, sui due significati del termine estetica – quello originario, che a che fare con la conoscenza sensibile, e quello diffuso più correntemente, che ha a che fare con il senso del bello – l’estetica sociologica si occupa della relazione fra forme sociali e forme estetiche (modi percettivi, rappresentazioni sensibili, linguaggi artistici, espressioni del Sé etc.). Il laboratorio di estetica sociologica mira a porre in dialogo studios* attiv* in questo campo.
Persone
Barbara Carnevali
Barbara Carnevali è direttrice di studi in Filosofia e professoressa di Estetica sociale presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi. Insegna anche all’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera Italiana (USI). Il suo lavoro ruota intorno alla nozione di Estetica Sociale, e la sua cattedra all’EHESS è l’unica espressamente intitolata a questa disciplina. Un’altra parte rilevante della sua ricerca è dedicata alla modernità filosofica, e in particolare alle forme dell’io moderno. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Social Appearances. A Philosophy of Display and Prestige (Columbia University Press 2020; prima edizione italiana: Le apparenze sociali. Una filosofia del prestigio, Il Mulino, 2012), Social sensibility. Simmel, the senses, and the aesthetics of recognition («Simmel Studies» 21, 2/2017, pp. 9-39) e L’esthétique sociale, entre philosophie et sciences sociales («Tracés. Revue de sciences humaines» 13, 2013, pp. 29-48). Insieme ad Andrea Pinotti ha curato l’edizione italiana degli scritti simmeliani di estetica sociale (G. Simmel, Stile moderno. Saggi di estetica sociale, Einaudi 2020). Il suo ultimo lavoro, La linea rossa. Milano e il design della modernità, in uscita per Feltrinelli, è una riattualizzazione dell’approccio simmeliano alla metropoli nella chiave della modernizzazione italiana e milanese.
Letteria G. Fassari
Letteria G. Fassari è una sociologa culturale, attualmente Professoressa di Sociologia della Cultura e Culture per la Sostenibilità presso la Sapienza, Università di Roma. È Fondatrice dell’Unità di Ricerca di Estetica Sociale presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Le pratiche di temporalità nell’opera («err. scritture dell’imprevisto» 2, 2/2023, pp. 1-3), Teaching (and Affecting) Sociology through Social Aesthetics («Scuola Democratica» 2, 2022, pp. 333-338), The Social Aesthetics of Cultural Commons (in Cultural Commons and Urban Dynamics: A Multidisciplinary Perspective, a cura di E. Macrì, V. Morea e M. Trimarchi, Springer 2020, pp. 163-172) e Art as a social performance in trans-media cities (in Art and Economics in the City: New Cultural Maps, a cura di C. Benincasa, G. Neri e M. Trimarchi, Columbia University Press 2019, pp. 163-179). Insieme a Emanuela Spanò è autrice di The Aesthetic Turn of Public Space: Quality Without Shadow?, in uscita per Routledge.
Eduardo de la Fuente
Eduardo de la Fuente si occupa di sociologia culturale e teoria sociale presso la University of South Australia di Adelaide ed è vicepresidente del gruppo di ricerca ISA Rc37 (Sociology of the Arts). Attualmente svolge attività di ricerca nei campi della sociologia del paesaggio, della sociologia dell’ambiente edificato e delle qualità materiali ed estetiche dei luoghi. Sta inoltre lavorando a un progetto sui benefici di un “textural gaze” o di una scienza sociale delle “textures” che plasmano la vita sociale, culturale e spaziale. Le sue fonti di ispirazione intellettuali vanno da Georg Simmel a Tim Ingold, dagli scritti del fenomenologo ed esistenzialista Kurt Wolff alle teorie contemporanee sulle atmosfere estetiche e sull’importanza dell'”elementare” per la cultura umana (ad esempio, il ruolo della geologia e della topografia nel pensare e scrivere sui contesti urbani). Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Frames, Handles and Landscapes: Georg Simmel and the Aesthetic Ecology of Things (in The Anthem Companion to Georg Simmel, a cura di T. Kemple e O. Pyyhtinen, Anthem Press 2016, pp. 161-184), After the cultural turn: For a textural sociology («The Sociological Review», 2019, pp. 1-16) e Concrete Materialities: Architectural Surfaces and the Cultural Sociology of Modernity (in Sociology of the Arts in Action: New Perspectives on Creation, Production, and Reception, a cura di A. Rodríguez Morató e A. Santana-Acuña, Palgrave Macmillan 2022, pp. 213-237).
Thomas Kemple
Thomas Kemple è professore di sociologia presso la University of British Columbia. La sua ricerca pone l’accento sulla riscoperta di problemi classici, idee, testi e autori dimenticati o sottovalutati nella storia delle scienze sociali, mostrando come le strategie argomentative, i metodi interpretativi e i generi letterari contribuiscano alla formazione dei concetti rafforzino il significato pubblico delle argomentazioni sociologiche. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Linguistic and Literary Styles of Social Theory («Cultural Critique Online» 123, Frame 8, 2024), insieme a Elizabeth Goodstein, Austin Harrington e Nicola Marucci, A Symposium on Georg Simmel: Essays on Art and Aesthetics («Thesis 11» 173, 1/2022, pp. 111-126), Framing, Painting, Seeing: Simmel’s Rembrandt and the Sense of Modernity (in The Routledge International Handbook of Simmel Studies, a cura di G. Fitzi, Routledge 2020, pp. 196-209), The Rationalizations of Culture and their Directions (in The Oxford Companion to Max Weber, a cura di L. Scaff, S. Whimster e E. Hanke, Oxford University Press 2019, pp. 445-464) e The Tragi-Comic Lives of Theory: Values of a Simmelian Existence («Digithum» 24, 2019, pp. 10-20).
Ercole Giap Parini
Ercole Giap Parini è professore di Sociologia generale presso l’Università della Calabria. Tra le sue pubblicazioni recenti ricordiamo I sociologi e la letteratura (in Sociologia dei processi culturali, a cura di A. Romeo, Mimesis 2023, pp. 219-231), Letteratura e improvvisazione sociologica. Quando i sociologi incontrano gli scrittori e i loro maghi («Routine e improvvisazione» 35/36, 2020, pp. 73-86) e la curatela dell’edizione italiana di Sociologia e arte di Robert Nisbet (Mimesis 2016).
Olga Sabido Ramos
Olga Sabido Ramos è professoressa di Sociologia presso la Universidad Autónoma Metropolitana di Città del Messico. I suoi principali ambiti di ricerca sono la sociologia relazionale, gli studi sensoriali e la sociologia delle emozioni. Insieme a Ana Lidia Domínguez e Antonio Zirión ha curato La reconfiguración de lo sensible: experiencias sensoriales y afectivas durante la pandemia (Universidad Iberoamericana 2024). È autrice di Sentidos y emociones en el análisis de la sociedad. Experiencia, prácticas y redes (in Las Ciencias Sociales revisitadas, a cura di G. Leyva, Gedisa 2024, pp. 731-755), El cuerpo como recurso de sentido en la construcción del extraño (Séquitur 2012), La proximidad sensible y el género en las grandes urbes: una perspectiva sensorial («Estudios sociológicos» 38, 2020, pp. 201-231), The Metropolis and Nose Life. Sensory Memories, Odors and Emotions («Simmel Studies» 24, 2/2020, pp. 63–89), The senses as a resource of meaning in the construction of the Stranger: an approach from Georg Simmel’s relational sociology («Simmel Studies» 21, 1/2017, pp. 15–41).
Marco Santoro
Marco Santoro è professore di sociologia generale presso l’Università di Bologna. I suoi interessi di ricerca attraversano le frontiere che separano le discipline storico-sociali dalle humanities. Si occupa di teoria sociale e culturale, di sociologia degli intellettuali, di produzione e consumo delle arti, diseguaglianze culturali, criminalità e politica con particolare attenzione alla mafia, e di professioni giuridiche. Si occupa inoltre di storia delle scienze sociali e di storia delle idee. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Cosa è cultura. Istruzioni per l’uso (Il Mulino 2023), Per una scienza delle opere d’arte. Pierre Bourdieu, ovvero dell’arte in sociologia, introduzione a P. Bourdieu, Il mercato dei beni simbolici e altri scritti sull’arte (Meltemi 2023), di cui, insieme a Chiara Tartarini, ha curato l’edizione italiana, e la curatela, insieme ad Anna Maria Lorusso, di ShoWar. La guerra in Ucraina come spettacolo (Donzelli 2025).
Helmut Staubmann
Helmut Staubmann è professore emerito di Teoria sociale e Sociologia culturale presso l’Università di Innsbruck. La sua ricerca si concentra sull’estetica e su questioni fondamentali della teoria sociologica. Insieme a Eduardo de la Fuente, sta lavorando a The Routledge International Handbook of Social Aesthetics. Gestisce inoltre un canale YouTube dedicato alla teoria sociale (www.youtube.com/@socialtheorybyhelmutstaubm6154). Tra le sue pubblicazioni recenti ricordiamo Sociology in a New Key. Essays in Social Theory and Aesthetics (Springer 2022), Cultura, Estética, e Teoria da Ação. Um Tributo a Talcott Parsons (Imprensa de Ciências Sociais 2021) e la curatela di The Rolling Stones: Sociological Perspectives (Lexington 2013). Ha inoltre curato, insieme ad Alan Scott, l’edizione inglese del saggio di Simmel su Rembrandt (G. Simmel, Rembrandt. An Essay in the Philosophy of Art, Routledge 2005).
Luca Vargiu
Luca Vargiu è professore di Estetica presso l’Università di Cagliari. I suoi interessi di ricerca riguardano le teorie medievali e contemporanee dell’immagine, la riflessione teorica sulla storia dell’arte, i rapporti tra estetica ed ermeneutica e la filosofia del paesaggio. Insieme a Federica Pau ha curato Georg Simmel. Variazioni estetiche (Meltemi 2024) e, insieme Krešimir Purgar, Studiare le immagini. Teorie, concetti, metodi (Carocci 2023). È inoltre autore di Insularità. Una metafora per l’opera d’arte (Mimesis 2020).