In Priorities in Scientific Discovery R.K. Merton scriveva che le frodi vere e proprie – quali le truffe e le falsificazioni dei dati – sono relativamente rare nel mondo scientifico perché “personal honesty is supported by the public and testable character of science”. Questo sistema di autocontrollo, nella sua opinione, era reso possibile – entro comunità scientifiche che riconoscevano un proprio ethos. – dall’equilibrio fra i due valori divergenti del riconoscimento dell’originalità e del servizio disinteressato alla verità.
Priorities in Scientific Discovery risale però al 1957, quando, nella maturità dell’età della stampa, la bibliometria muoveva i suoi primi passi. Nell’età della rete, della valutazione quantitativa della ricerca, dell’editoria scientifica commerciale, affetta, in più di un senso, da oligopolio e predazione, molte condizioni sono cambiate.
L’equilibrio di cui parlava Merton esiste ancora? O, se non esiste più, è auspicabile e possibile ricostituirlo?
Ne discuterà, il prossimo novembre, il III convegno dell’AISA.