Cinzia Cadamagnani è ricercatrice presso l’Università di Pisa, dove insegna lingua russa. Nel 2012 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Slavistica con una tesi incentrata sulla figura di Boris Isaakovič Jarcho (1889-1942) e il suo ruolo nel contesto del formalismo russo. I suoi principali ambiti di ricerca sono la critica letteraria russa del Novecento (in primo luogo i lavori del “Circolo Linguistico Moscovita”); la letteratura russa del XIX secolo (in particolare l’opera di L.N. Tolstoj e la sua ricezione in Italia); l’emigrazione russa in Europa della prima metà del XX secolo e la didattica della lingua russa. Ha svolto attività di ricerca presso l’Istituto di Lingua Russa V.V. Vinogradov RAN di Mosca e in altri archivi di Stato moscoviti (RGALI, GARF); al Getty Research Institute di Los Angeles e in numerosi altri fondi archivistici italiani. Ha partecipato come relatrice a conferenze e convegni internazionali in Italia, Francia e Russia. È autrice di articoli e saggi pubblicati in riviste e collane nazionali e internazionali. È curatrice, insieme a Giuseppina Larocca e Guido Carpi, della prima raccolta di saggi sulla teoria del verso e sulla teoria della letteratura di Maksim Šapir (Pensa Multimedia, 2013) e ha curato, con Alessandra Carbone e Galina Denissova, un volume collettaneo di linguistica russa (Pisa University Press, 2018). Ha tradotto dal russo la biografia di Tolstoj, opera dello scrittore e giornalista Pavel Basinskij (Fuga dal paradiso. La vita di Lev Tolstoj. Castelvecchi, 2014) e poesie di Lermontov e Majakovskij. Al momento, la sua attività di ricerca si sviluppa parallelamente su tre piani: gli studi sul formalismo proseguono con la disamina dei lavori del linguista Aleksandr Reformatskij (1900-1978) e con la traduzione del suo saggio incentrato sulla struttura dell’intreccio nell’opera di Lev Tolstoj (1928). Di Lev Tolstoj sta adesso indagando l’attività editoriale, analizzando, nello specifico, le traduzioni russe di opere italiane – tra cui i racconti della Marchesa Colombi – apparse presso la casa editrice Posrednik tra gli anni Ottanta e Novanta dell’Ottocento. Infine, nell’ambito degli studi sull’emigrazione russa sta approfondendo i rapporti tra lo storico dell’antichità Michail Rostovcev (1870-1952) e gli intellettuali italiani del primo Novecento, occupandosi, in particolare, del carteggio con l’archeologo Evaristo Breccia (1876-1967), conservato nel fondo Breccia presso le Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa. Dal 2015 è membro dell’Associazione Italiana degli Slavisti (AIS) e dal 2020 del Comitato scientifico internazionale della collana Masterskaja 20. Studi e ricerche sulla Russia moderna e contemporanea.