I miei ambiti di interesse si concentrano su: A) aspetti della filosofia, soprattutto italiana, fra Ottocento e Novecento; B) la filosofia del Rinascimento. In entrambi questi campi di ricerca è stata importante per me la lezione di Eugenio Garin, al quale devo molte indicazioni sia per la mia tesi di laurea su Limentani – della quale fu correlatore – sia, in generale, per le mie ricerche sul Rinascimento.
A) Nella tesi di laurea, dedicata alla Teoria dell’agente morale in Ludovico Limentani ho cercato di mettere in luce l’originalità del suo pensiero, che riprende alcuni aspetti del formalismo kantiano, allontanandosi dalla riflessione di Croce e di Gentile, per approdare alla valorizzazione della filosofia di Josiah Royce e di Frédérich Rauh. L’interesse di Limentani si concentra sull’analisi del momento concreto ed empirico dell’atto di volizione: dietro ad ogni azione cerca di individuare il profilo del volto dell’agente, le sue passioni, le sue inclinazioni, le sue credenze al di là di ogni generalizzazione sfociante nella definizione astratta e falsificante dell’homo ethicus. Nella analisi delle opere di Limentani sono emerse le sue importanti letture (basti ricordare Spencer, Stuart Mill, Sidgwick), e gli stretti rapporti intrattenuti con autori come Giovanni Vailati, Francesco De Sarlo.
Limentani è stato anche un importante storico della filosofia e ha dedicato a Giordano Bruno molti lavori significativi. Nel 1924 scrive un’importante saggio su La morale di Giordano Bruno in cui cerca di individuare come nella filosofia nolana sia possibile, alla luce della prospettiva ontologica del De la causa, formulare una riflessione etica. Il pensiero morale di Bruno, che Limentani definisce «una felice inconseguenza», viene indagato con un approccio che si basa su una attenta analisi lessicale dei testi dello Spaccio e dei Furori. Muovendo anche da alcune osservazioni ecdotiche e critiche di Limentani su quest’ultimo dialogo ho allestito una nuova edizione dell’opera (pubblicata da Laterza nel 1995), basata sul confronto puntuale non solo con l’editio princeps cinquecentesca, ma anche con le successive edizioni di Wagner, de Lagarde, Gentile. Quello che è emerso è il carattere «non finito» del dialogo bruniano, soggetto come altre sue opere ad un significativo lavoro di revisione in fase di stampa: la teoria del furore, lungi dal presentarsi come un approdo definitivo della filosofia bruniana, rappresenta un fondamentale punto di passaggio fra la riflessione cosmologica e quella successiva dedicata alla magia.
L’intreccio fra ecdotica e critica, che caratterizza molta parte della produzione di Limentani, mi ha offerto l’occasione per approfondire questo argomento in due editori rispettivamente del Bruno latino e volgare: Felice Tocco e Giovanni Gentile. Nel volume Il sogno di Ezechiele. Tocco e Gentile interpreti di Bruno il nesso fra filosofia e filologia viene visto non solo alla luce dell’interpretazione della filosofia bruniana, ma viene individuato come momento teorico decisivo nel pensiero dei due autori: il rapporto fra fatto e spirito, fra dato e interpretazione segna l’originalità (e la distanza) della riflessione di Gentile rispetto a quella del suo maestro Tocco, che utilizza con cautela alcune prospettive positiviste lette alla luce del neokantismo. La grande stagione filologica della giovane Italia, che Dionisotti ha definito «un miracolo», implica non solo la conoscenza aggiornata di quanto la disciplina sta producendo in Europa, ma mette in luce, a volte in modo molto netto e aspro, le profonde contrapposizioni teoriche che animano il panorama culturale italiano fra Ottocento e Novecento, che si riverberano fino alla famosa disputa fra Contini e Croce riguardante la «critica degli scartafacci».
Accanto a Gentile e Tocco, seppure con altri esiti, anche Giovanni Papini si è cimentato con la filosofia e la cultura del Rinascimento promuovendo la pubblicazione e l’edizione di testi. La collana da lui curata per l’editore Carabba (recentemente ristampata in edizione anastatica) suscitò molte critiche, sia pubbliche – attraverso le recensioni – che private – attraverso gli epistolari. Ha però il merito di aver rimesso in circolazione testi che valorizzano non solo particolari testimonianze religiose e singolari esperienze filosofiche, ma anche autori classici della tradizione rinascimentale italiana: da Machiavelli a Sarpi, da Bruno a Campanella. È difficile sopravvalutare l’importanza di Papini nell’opera di rinnovamento della cultura italiana nei primi anni del XX secolo: se pure non giunge ad esiti di pensiero originali, indulgendo spesso nella polemica e nell’invettiva cruenta, mescolando suggestioni diverse (pragmatismo e misticismo; magismo e religione) Papini ebbe la capacità di mettere a fuoco i nodi complessi e non risolti della crisi italiana ed europea, anche se ancora oggi si stenta a riconoscergli il ruolo fondamentale che svolse soprattutto nel primo decennio del secolo. I nodi della crisi si ripresenteranno, intatti, anche successivamente, subito dopo la seconda guerra mondiale ma, come ha sottolineato a più riprese Eugenio Garin, erano stati colti da Papini con particolare chiarezza quarant’anni prima. Alcune linee di questo percorso sono rinvenibili nell’epistolario fra Papini, Gentile e Garin, che ho pubblicato con ampi saggi introduttivi per le Edizioni di Storia e Letteratura (Immagini del Rinascimento. Garin, Gentile, Papini, Roma 2013)
Agli intellettuali italiani fra le due guerre ho dedicato anche una ricerca specifica condotta presso gli archivi del Warburg Institute di Londra e della Bodleian Library di Oxford, presso la quale sono conservati i documenti relativi agli organismi istituiti a supporto degli studiosi di origine ebraica che, in conseguenza delle leggi razziali del 1938, cercavano rifugio in Inghilterra. Ho ripercorso le vicende di alcuni di essi e rinvenuto lettere, fra gli altri, di Attilio Momigliano, Alberto Pincherle, Giorgio Falco, Luigi Sturzo di cui ho pubblicato anche un documento inedito riguardante la guerra di Spagna (cfr. Intellettuali italiani al Warburg Institute 1937-1939, «Rivista di storia della filosofia», 1999, pp. 121-144).
Uno scambio epistolare particolarmente interessante per la storiografia rinascimentale del Novecento è quello intercorso fra Limentani e gli studiosi del Warburg Institute (Saxl, Bing e Yates), vertente su alcuni aspetti delle comuni ricerche svolte in questo campo (cfr. Bruno secondo Bruno. Le ricerche di Ludovico Limentani, «Rivista di storia della filosofia» 1995). Si tratta di testi che consentono di comprendere che cosa rappresentasse, a metà degli anni Trenta, la ricerca sul Rinascimento e su autori come Pico e Bruno.
B) Per quanto riguarda la filosofia rinascimentale i miei interessi si sono sviluppati secondo tre linee: 1) ricerca ecdotica e storiografica, 2) innovazione informatica, 3) progettazione, direzione e allestimento di prodotti informatici su autori e testi rinascimentali destinati a un pubblico più ampio di quello specialistico.
1) Le ricerche sulla filosofia del Rinascimento si focalizzano sul rapporto fra scienza, religione e magia nell’età umanistico-rinascimentale e, in modo speciale, sulla figura di Giordano Bruno concepito come «punto di vista» generale dal quale considerare l’intera esperienza filosofica e scientifica del Rinascimento. Al Nolano ho dedicato perciò molti studi volti sia a mettere in luce i suoi rapporti con le fonti antiche e contemporanee sia a tradurre e commentare i suoi testi, allestiti in edizioni ecdoticamente aggiornate, collocandolo nel quadro del dibattito filosofico e scientifico coevo. In particolare, ho pubblicato l’edizione critica, con commento e traduzione, dei trattati De magia naturali e Theses de magia approntata a partire dai due manoscritti superstiti conservati nella Biblioteca di Erlangen e in quella di Stato di Mosca; come già ricordato sopra, ho riedito in edizione storico-critica il dialogo De gli eroici furori. Sui criteri che ho messo alla base della mia edizione delle due opere magiche mi sono soffermata recentemente in una discussione con Andrei Rossius, chiarendo i problemi ecdotici e interpretativi che solleva, in generale, la produzione latina di Bruno, assai più vasta e complessa di quella volgare, su cui continuano, in genere, a concentrarsi gli esperti.
Al Nolano ho dedicato anche saggi volti ad approfondire alcuni aspetti della riflessione etica letta in connessione con la magia (L’arte di Bruno. Memoria, furore, magia, Firenze 2004) e i caratteri peculiari della sua riflessione magica (L’incanto del pensiero. Studi e ricerche su Giordano Bruno, Roma 2014).
Ho dedicato poi numerosi saggi alla fortuna moderna di Bruno, raccogliendo e traducendo, tra l’altro, le testimonianze dei protagonisti della fortuna postuma del Nolano nel volume Immagini di Giordano Bruno. 1600-1725, Napoli 1996).
Un altro mio ambito di ricerca è rappresentato dall’analisi dei rapporti fra Italia e Inghilterra nella seconda metà del Cinquecento. A questo scopo ho svolto ricerche sull’editoria inglese nell’età elisabettiana e sulla recezione della filosofia italiana presso la corte e nel teatro di William Shakespeare (cfr., Editoria e filosofia nella seconda metà del Cinquecento, «Rinascimento», 1997; Shakespeare lettore di Alberti?, «Viator» 2010).
A ciò si affiancano le indagini sulle interpretazioni del Rinascimento, e della figura del Nolano, fra Otto e Novecento, con particolare attenzione ai lavori di Felice Tocco, Ludovico Limentani, Giovanni Papini e Giovanni Gentile.
Gli esiti di questo lavoro sono stati la pubblicazione di opere di Giordano Bruno fornite in edizione critica e corredate da traduzioni e commenti e la cura di epistolari inediti, in grado di gettare luce su autori e momenti significativi della storiografia rinascimentale contemporanea (Tocco, Gentile, Papini, Limentani, Garin) depositati in archivi italiani e inglesi; saggi critici sul pensiero di Giordano Bruno, Leon Battista Alberti, Shakespeare, Bayle, Dilthey, e sulle interpretazioni di Tocco, Limentani, Papini, Gentile.
2) Realizzazione ed applicazioni di piattaforme digitali per analisi lessicali, concettuali e contenutistiche.
In questo ambito, con la collaborazione degli informatici del Centro di filosofia (già Signum) della Scuola Normale di Pisa, ho svolto ricerche approdate nella messa a punto di un ambiente (Text and semantics) dedicato allo studio delle varianti dei testi filosofici attraverso l’utilizzo delle mappe topiche. Ho diretto cicli di seminari, curandone la pubblicazione degli atti, sugli archivi digitali, le tecnologie Grid, le ontologie, i sistemi computazionali, i modelli automatici di riconoscimento dei discorsi, i metamodelli per la rappresentazione delle informazioni semantiche e lessicali.
Queste ricerche hanno condotto alla realizzazione di diverse banche dati (Bivio-Biblioteca virtuale on line, Imago historiae, La Bibbia nel Cinquecento) e di strumenti di studio come la Biblioteca ideale di Giordano Bruno. L’opera e le fonti (contenente tutte le opere di Bruno corredate dalle fonti con indicazione topografica e trascrizione. Tutti i testi sono collegati e analizzabili secondo diversi sistemi di accesso), Le opere volgari di Giordano Bruno.
3) prodotti informatici destinati a un pubblico più ampio di quello strettamente specialistico basati sui risultati delle ricerche che ho svolto su alcune figure e aspetti centrali della cultura umanistico-rinascimentale.
Questo lavoro si è concretizzato nella Vita di Giordano Bruno, fruibile prima attraverso cd-rom, poi sul web e ora anche come applicazione per Ipad e la partecipazione a progetti finanziati dalla Comunità europea e prodotti in collaborazione con partner stranieri: nel 1999 Promise. Another way of travelling into cultural Europe (un progetto che mira a presentare ad un pubblico colto alcuni aspetti peculiari delle città partecipanti. Per Firenze, sono stati illustrati le Ville e i giardini dei Medici alla luce dei significati storico-culturali ad essi connessi); nel 2014 RenEu. New Renaissance in Europe (un progetto con capofila la Regione Toscana che intende mettere in luce i caratteri di peculiarità e di attualità che stanno alla base di un nuovo modello di Europa le cui radici possono essere individuate nella cultura rinascimentale).
In questo ambito di interesse si inscrive anche la realizzazione di moduli didattici per Icon-Italian culture on net, destinati a studenti stranieri: ho realizzato, fra gli altri, i moduli La pedagogia italiana dell’Umanesimo e del Rinascimento; Il concetto di spirito nel Rinascimento.