
La lettura di questo libro è prevista nel programma di esame di Economia Ecologica. Ai fini dell’esame, viene chiesto di rispondere per iscritto alla seguente domanda:
Che cosa hai imparato dal libro “Sobrieta” di F. Gesualdi? Quali sono gli aspetti che piu’ ti sono piaciuti? Secondo te, quali sono i pregi del libro? Quali i punti deboli?
Qui riporto qualche frase dalle risposte, con nomi fittizi o con le iniziali, … poche, nonostante siano tantissime quelle che meritano di essere lette …
S.M. 02/2024:
[…] c’è molta disinformazione al riguardo. […] purtroppo vengono ideologizzate tutte le questioni ambientali. Dalla diminuzione del consumo di carne, dalle auto elettriche, dalle nuove tecnologie che possono portare ad una carne erroneamente chiamata “sintetica”, al nucleare. Tutto perché o si minimizza il problema oppure lo si ignora direttamente.
Se si mettesse da parte l’ideologia e si iniziasse a parlare e discutere nel merito analizzando pro e contro di ogni proposta, forse, potremmo iniziare a trovare delle vere soluzioni anziché solo polemiche acchiappavoti. […]
A proposito di soluzioni, l’autore cerca di non trovarne di banali ma sempre di ragionate e contestualizzate. Il modello che cerca di portare come soluzione è appunto quello della sobrietà. Una sobrietà da non vedere come rinuncia, ma come giustizia sociale, sostenibilità ed eguaglianza. Il tutto finalizzato ad essere un modello resiliente nel tempo e con le persone al centro.
Il concetto di sobrietà consiste nel diminuire il consumismo eccessivo a cui siamo abituati tutti, diminuire lo spreco e smettere di considerare superfluo ciò che veramente è essenziale. A volte addirittura mi verrebbe da dire che vediamo il contrario, ovvero che vediamo essenziali cose che in realtà sono superflue. Un esempio se lo meritano le grandi piattaforme di e-commerce come Shein o per ultimo Temu. Queste sono un inganno per il consumatore medio, perché offrono prodotti futili, di bassissima qualità e a basissimo prezzo. Questo fa sì che si pensi che sia un grande affare e si effettua l’acquisto. Dietro tutto questo però ci sono persone sottopagate (ingiustizia sociale) e un quantitativo allarmante di inquinamento dovuto alla eccessiva produzione e al trasporto di questi prodotti (insostenibilità ambientale). Per non parlare del ciclo di vita di questi prodotti che a volte è anche minore di zero visto che arriva a casa già del tutto inutilizzabile.
T.P. 02/2024:
Sobrietà, ecco la prima cosa che ho imparato con la lettura del libro di Gesualdi, certo potrebbe essere scontato dal momento che è la parola che intitola queste pagine, tuttavia personalmente la lezione che mi è rimasta impressa una volta terminato il libro è che la sobrietà, intesa come una vita vissuta in modo più sobrio ed attento verso lo spreco inutile in ogni ambito della comunità, non solo è necessaria ma è pure possibile.
C.F. 02/2024:
Dal libro ho imparato che è molto importante avere il coraggio di sognare. È proprio l’ultimo paragrafo dell’ultimo capitolo ad avermi colpito. Nel suo essere quasi banale costituisce una sorta di monito necessario ed universale. Sognare un mondo migliore è un nostro diritto e dovrebbe essere un dovere che si tramuta in forza motrice di un vero cambiamento. Dovremmo prima di tutto interiorizzare l’ossimoro di un sogno sforzato, allenato. Dobbiamo educarci a superare i nostri schemi mentali, uscire dalla caverna e provare a seguire una luce.
Alessandra:
Dal libro “Sobrietà”di Gesualdi ho imparato che noi esseri umani abbiamo dimenticato da dove veniamo e ci siamo evoluti, pensando che per vivere abbiamo solo bisogno di denaro, mentre quello che ci serve davvero sono il cibo, un riparo e la socialità. Lo abbiamo dimenticato perchè ci hanno offerto un mondo con soluzioni facili, comode, immediate ed economiche, ma a che prezzo? Non si parla di un prezzo in denaro ma in salute e qualità della vita di tutti: ricchi, poveri, del nord e del sub del mondo e delle generazioni future. Ho imparato che la situazione è ancora più grave di quanto sembra e ciò che mi spaventa di più rispetto a questo sono l’ignoranza e l’indifferenza della gente.
Gli aspetti che mi sono piaciuti del libro sono sicuramente tutte le proposte elencate per arrivare appunto ad una “società sobria”: le automobili in affitto, i condomini comuni, la moneta da utilizzare solo per i prodotti locali, la banca del tempo e la politica che si fa tutti i giorni al supermercato. Gesualdi ci ha restituito un po’ di dignità che ci hanno tolto le multinazionali spremendoci fino all’ultimo centesimo. Ci ha ricordato che alla fine il vero potere è nelle nostre mani e sta a noi piccoli consumatori esigere un cambiamento. Mi hanno colpito soprattutto all’inizio del libro, la brutalità con la quale ha descritto le varie dinamiche di sfruttamento sociale, brutale ma necessaria alla comprensione.
Il punto debole del libro di Gesualdi è lo stesso di tutti i sistemi che propongono una soluzione ai problemi ambientali ed economici del mondo. Quando sono recepiti dalla persone appaiono utopici e privi di concretezza e dopo averli analizzati viene spontaneo pesare: “Ma io cosa posso fare da solo se lo Stato non tutele i miei interessi?”
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